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domenica 30 maggio 2010

ASVOFF - A Shaded View On Fashion Film - Cinema & Fashion in Love









ASVOFF Light Series Lancia Trendvisions

Leitmotiv Pattern

Lamp by Mario Salvucci

Palazzo Morando - People

Se cinema e moda fossero marito e moglie, dal 25 al 30 maggio a Palazzo Morando a Milano si sarebbe festeggiato il battesimo di un nuovo nascituro: il video di moda. Il felice evento prende il nome di “A Shaded View on Fashion Film”, primo festival internazionale itinerante che si è occupato in modo specifico dell'argomento, giunto nella città meneghina con la serie “Light”. Corti inediti commissionati appositamente per la tappa italiana che ruotano attorno al tema della luce, accompagnati dalle proiezioni del "best of" delle precedenti edizioni. A celebrare il rito di consacrazione nel tempio della moda, la sacerdotessa delle blogger Diane Pernet, in collaborazione con la bibbia dello stile, Vogue.
Non che i numerosi incontri avuti in passato tra cinema e moda non abbiano portato a contaminazioni ed esiti felici, ma oggi la moda usa il video come strumento privilegiato di comunicazione, grazie alla presenza sempre più diffusa del web, di YouTube e del fashion blogging.
Ma ripercorriamo brevemente una storia d’amore iniziata quasi un secolo fa.
La moda si infatuò del cinema negli anni trenta, quando John Rawling portò le attrici nelle pagine patinate di Vogue, trasformandole in testimonial dalla potente forza magnetica, parabole e catalizzatori di un immaginario ricchissimo che univa quello dell’abito insieme a quello della vita e della carriera dell’attrice stessa. Il tutto suggellato da uno scatto d’autore che alimentava e costituiva l’identità del mito. Oggi è praticamente impossibile pensare alla moda senza le dive che la rappresentano, protagoniste assolute di copertine e campagne pubblicitarie. “Le star danno qualcosa alla fotografia di moda che le modelle non danno: la memoria che il pubblico ha di loro grazie al grande e al piccolo schermo”, ha detto Miuccia Prada.
Ma non è un sentimento a senso unico. I primi fremiti del cuore del cinema per la moda arrivano con personaggi come Marlene Dietrich e Bette Davis che creano il fenomeno del divismo. Emblematico in tal senso "Colazione da Tiffany", dove il tubino Givenchy di Audrey Hepburn diventa iconico quanto l’attrice che lo indossa. E come non pensare a "Blow-Up" di Michelangelo Antonioni del 1966, in grado di rappresentare in modo così emblematico la figura del fotografo di moda e lo stile della swinging London in piena epoca Pop? O ai costumi di Jean Paul Gaultier per “Il quinto elemento” del 1995 e alla collaborazione di Tornatore e Dolce & Gabbana per lo spot Sicily? Inoltre recenti film come "Il Diavolo veste Prada", “Valentino - L’ultimo imperatore” e “The September Issue” stanno creando praticamente un genere. Senza contare l’impatto di un telefilm come “Sex and the City” nel creare una folta prole di fashion victim.
In questa ricchissima vita di passione reciproca la fotografia ha fatto spesso da paraninfo, attraverso grandi protagonisti che hanno utilizzato lo stile cinematografico e il citazionismo filmico come firma dei loro scatti. Avedon e Guy Bourdin, primi fra tutti. Ma anche Peter Lindbergh con “Models - Il film” del 1991, caratteristico per il suo stile “backstage” o LaChapelle con le numerose collaborazioni per video musicali.
La lista degli incontri fruttuosi tra questi due sistemi dell'arte presenti in mostra è ricchissima e rischierebbe di essere lunga e noiosa, ma basterà concludere ricordando alcuni dei lavori più coinvolgenti: l'onirico video di Angelo Teardo realizzato da Lancia che si è ispirato alle fantasie surreali e barocche dei Leitmotiv; il bucolico “Beauty” di Cosimo Terlizzi; l’oscuro “Lights” di Yoann Lemoine; lo psichedelico “Katie Eary” di Kathryn Ferguson e il romatico “The corner” di Jay Rodan e Kayt Jones. E molti altri ancora.
Qualsiasi sia lo stile utilizzato, queste pillole di "plenum estetico" conferiscono il soffio dell’eternità a quei brevi flussi di sogno, sfuggevoli ed evanescenti come la traccia della spuma sulla sabbia, che sono i mondi possibili e fantastici della Moda.

testo di Leonardo Iuffrida
foto e video dell'inaugurazione di Alessandro Mancarella

Per ulteriori info:
www.asvoff.com
www.vogue.it
ASVOFF sta preparando la terza edizione – deadline per la consegna dei video:
30 giugno 2010


Diane Pernet

Diane Pernet and Giorgiana Ravizza

Leitmotiv

Adriano and Laura Teso

Elio Fiorucci

Fashion Bloggers at ASVOFF



mercoledì 6 maggio 2009

The Givenchy aesthetic

Givenchy S/S 2009, ads

Givenchy S/S 2009, ads

"Givenchy: Riccardo Tisci" by Mark Pillai for 10Men

VMAN issue 13, cover by Peter Lindbergh

"Je t'aime moi non plus" by Sofia Sanchez, Mauro Mongiello in Numero Homme #17


Le creazioni di Riccardo Tisci per la collezione maschile Givenchy sono autentici capolavori. In termini di impatto estetico e visivo, per l'accostamento dei tessuti, per la creazione di una futuristica silhouette gotica, scaldata dal sangue latino. Un ibrido perfetto, possibile esclusivamente nella mente di un artista, ma concretamente esistente, grazie alla matita e alle mani di un genio, ormai consacrato nell'olimpo della moda. Un ideale estetico, quello di Tisci, che sta influenzando tutti i fashion editor internazionali, che sono rimasti abbagliati dalla sua creatività. Una vera ventata di aria fresca tra le pagine dei magazine di moda e nelle monotone passerelle maschili di questi ultimi anni. Condizione dovuta probabilmente alla stasi di designer adagiati sugli allori dopo l'abdicazione di Hedi Slimane da Dior Homme, vero e unico punto di riferimento per il menswear dell'ultimo decennio.
Solo per fare alcuni esempi:

*10men issue 16 intervista Riccardo Tisci e allega un servizio fotografico di Mark Pillai.
*VMAN dedica a Givenchy la copertina #13, firmata da Peter Lindbergh.
*Numéro homme #17 apre le porte alla casa francese nel servizio "Je t'aime moi non plus" e nel servizio "Nightclubbing".

Se queste sono le premesse... Nob attende, con il fiato sospeso, che la linea maschile Givenchy, arrivi, presto, in Italia.
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di Leonardo Iuffrida