ARTICLES         INTERVIEWS         VIDEOS         PHOTOS         FEATURES



venerdì 31 maggio 2013

Mirrors and Twins - The Uncanny Beauty of Double in Fashion


Specchi e gemelli. Da visioni narcisistiche a veri modelli al quadrato, la moda si innamora del tema del doppio.
Nel 2010 il designer Alexander McQueen propose in passerella iconiche stampe simmetriche, simili nell’aspetto alle immagini di Rorschach, utilizzate per valutare psicologia e personalità di un individuo. Da quel momento in poi la moda non ha smesso di farsi ammaliare da tutto ciò che è speculare. Come in una continua indagine introspettiva.
Secondo Lacan è proprio davanti allo specchio che avviene uno dei momenti cruciali nella costituzione della propria identità. Sempre nella psicanalisi, la figura del sosia sarebbe anche legata al bisogno di controllare la paura della morte, incarnando una sorta di duplicazione della vita stessa. Ma è questa volontà di fissare la vita che ne ribadisce l’assenza e la caducità, e il doppio da difesa contro la morte ne diventa sua annunciazione. L'amaro destino del bel Narciso funge in questo modo da parabola di un presagio nefasto. Allo stesso tempo, come in Dr Jekyll e Mr Hyde, il doppio rappresenterebbe l'oggettivazione di desideri e fantasie represse.
E in effetti, a ben pensarci, non è la moda il contenitore di una dimensione virtuale nella quale vogliamo identificarci, specchio di sogni a volte irrealizzabili? Non cerca di fermare il tempo, di cristallizzare la bellezza e la giovinezza in eterno? Così la moda ci attrae e ci spaventa, rispolverando archetipiche paure e riflettendo su se stessa. La moda perturbante si guarda allo specchio.

Article: Leonardo Iuffrida
Translation: Alessandro Mancarella

Mirrors and twins. The fashion system falls in love with the theme of the double, including narcissistic visions and real models x2.
In 2010 Alexander McQueen proposed on the catwalk iconic symmetric prints, alike in the appeal to the Rorschach images that are used to test the psychology and personality of a person. From that moment the fashion world has never stopped adoring all that is specular. As a continuous introspective research.
According to Lacan the mirror has a real important influence in the construction of our own identity. And always in the psychoanalysis, the figure of the alter ego would be linked to the necessity to control the fear of death, embodying a sort of duplication of the life itself. But the will to fixate on the life reaffirms its absence and transience, and the double from defence against the death becomes its annunciation. The bitter destiny of the beautiful Narcissus works as parable of an ill-omened presage. At the same time, as in Dr Jekyll and Mr Hyde, the double would represent the objectification of desired and repressed fantasies.
And in effect isn’t fashion a container of a virtual dimension in which we want to identify, as a mirror of dreams sometimes realizable? Doesn’t it try to stop the time, to crystallize the beauty and youth in aeternum? So fashion attracts and frightens us, retaking ancestral fears and reflecting on itself. The perturb fashion looks in the mirror.

martedì 7 maggio 2013

Men with Beards


C’erano una volta i rasoi e le cerette.
Che siano etero o omosessuali, l’uomo va di moda virile. Voglia di recuperare antichi retaggi maschili in tempi di crisi culturale? Non solo.
La tendenza sembra essere giunta dalle agenzie di modelli, che stanche degli standardizzati corpi glabri di matrice anni novanta, ha ripescato barba e baffi per dare nuova individualità al volto delle campagne pubblicitarie, ma soprattutto per riconsegnare lo scettro dello stile all’uomo maturo, unico e vero acquirente del lusso, al quale è più facile riconoscersi in un uomo tutto pelo, che in un androgino pelle e ossa dalle sopracciglia depilate. A fare da apripista nel 2002 Herb Ritts, con la campagna pubblicitaria di Lacoste, e Sølve Sundsbø, con la pubblicità del profumo “M7” di Yves Saint Laurent. Ciò accadeva ad un anno dalla nascita di Butt Magazine, giornale gay che ha fatto dell’uomo versione “nature” il suo punto di riferimento. Nel 2004 si è diffuso Movember, un evento per raccogliere fondi che invoglia gli uomini a crescersi i baffi a Novembre per sensibilizzare l’opinione pubblica al cancro alla prostata. Ma la storia non finisce qui, perché le origini sembrano mescolarsi addirittura al porno. Ebbene sì, secondo J. C. Adams, l’estetica della Falcon, una delle più importanti case di produzione porno tra gli anni ottanta e novanta, basata su uomini dall’aria pulita, senza tatuaggi e senza peli, offrì l’ideale maschile a molti fotografi, creando quella tipologia di modello tipico delle pubblicità di Calvin Klein. E questo, nell’utente eterosessuale, ha creato ciò che oggi chiamiamo “metrosessuale”. Allora perché non pensare che il fiorire delle barbe non arrivi dalla Titan Media o dalla Pantheon Production, case pornografiche gay che hanno fatto dell’uomo peloso tutto muscoli il loro target, conquistando un incredibile successo a livello mondiale?
Barbe e pornografia. D’altronde la moda è anche questo: questione di istinti e d'attrazione.

Article: Leonardo Iuffrida
Translation: Alessandro Mancarella

Once there were razors and waxes.
Men in fashion are back virile, both heterosexuals and homosexuals. Could it be a way to regain things of the past, in the cultural crisis of our time? Not only.
Apparently the trend seems to be launched by the model agencies, tired of the standardized hairless bodies, typical of the nineties. So they retrieved beards and moustaches to give a new individuality to the ad campaigns’ faces, but above all to return the primacy of style to the mature man, unique and real luxury purchaser, who can better identify himself with an hairy man, more than with a skinny androgynous guy with waxed eyebrows.
The pacesetters in 2002 were Herb Ritts, with the Lacoste campaign, and Sølve Sundsbø, with the ad for the fragrance “M7” by Yves Saint Laurent. This all happened one year after the birth of Butt Magazine, which is a gay magazine that focuses more on natural men, rather than slick ones.
In 2004 Movember became popular, as it is an event involving the growing of moustaches during the month of November to raise awareness of prostate cancer. But the story is not over yet, because the origins of this trend seem to mix up with the porn too. Oh yeah, according to J. C. Adams, the aesthetic of the Falcon Studio, which is one of the most important porn video industries between eighties and nineties, based on men with clean face, without tattoo and hairless, offered a male ideal to many photographers, creating the typical model a la Calvin Klein. And this, in the heterosexual user, generated what we call today “metrosexual”. So why can’t we think that the development of beards doesn’t arrive from the Titan Media or the Pantheon Production, gay porn video houses, that made of the hairy muscled man their main target, conquering a huge worldwide success?
Beards and pornography. After all fashion is also a matter of instincts and attractions.