Tutte le fiabe iniziano con il tradizionale "C’era una volta...", dissolte in un luogo indefinito, lontano, perduto nel tempo. Ma quando il sogno incontra la realtà, le nebbie del passato e dei miti si fanno visioni, sapori squisitamente presenti. Da vivere come protagonisti, in prima persona.
La storia della nostra straordinaria giornata inizia ad Asnières-sur-Seine, a pochi passi da Parigi, dove il geniale Louis Vuitton stabilì il suo laboratorio nel 1859 e costruì la sua abitazione nel 1870. Un edificio in stile liberty in cui i racemi floreali della natura si intrufolano negli interni e negli arredi con foglie e boccioli che si avviluppano cristallizzandosi. Ne viene fuori un epitelio di ricami su pareti e vetrate, un pattern decorativo fortemente stilizzato, influenzato dagli stilemi giapponesi che tanto appassionarono pittori ottocenteschi come Van Gogh e Gauguin, e che probabilmente diedero un forte impulso a quel famoso motivo astratto di petali e stelle che oggi compone il monogram, simbolo di Vuitton. Proprio in questa dimensione a tratti surreale ho avuto l’immenso piacere di spegnere le candeline del mio venticinquesimo compleanno. Ci credereste? Seduto a bere una tazza di tè dove 5 generazioni della famiglia Vuitton hanno creato un impero del lusso. Eppure tutto può succedere quando sei nel luogo in cui ogni giorno alacri artigiani modellano, secondo le medesime regole degli esordi, i desideri di tanti viaggiatori del mondo, producendo modelli iconici di borse e bauli, o rispondendo alle particolari e stravaganti richieste dei clienti più esigenti. Qual è la morale portata avanti da Vuitton? Proteggere e trasportare le tue affezioni dell’anima. Per sentirti sempre a casa. Ovunque tu sia.
Article: Leonardo Iuffrida
Translation: Alessandro Mancarella
Photos: Leonardo Iuffrida & Alessandro Mancarella
All the fairy tales begin with the traditional “Once upon a time…”, in a remote and unknown place and lost in time. But when the dream meets the reality, it can occasionally happen that the fantasy becomes so palpable to make you the protagonist. And the mists of time turn into delightfully present fragrances, flavours and human warmth.
The story of our incredible journey started in Asnières-sur-Seine, not far from Paris, where the genius Louis Vuitton established his atelier in 1859 and built his own house in 1870. It is a building in liberty style, with racemes that arise indoor and on the furniture in the form of leaves and buds. With visually embroidered walls and glass windows, the final result is a highly stylized adornment able to recall Japanese stilemi, which probably inspired the famous floral pattern of Vuitton’s monogram, as well as nineteenth-century painters such as Van Gogh and Gauguin. And exactly in this surreal dimension I had the huge privilege to blow out the candles on my twenty-fifth anniversary birthday cake. Can you believe it? Just sitting there, drinking tea, where five generations of the Vuitton family have been creating a luxury empire. But everything can happen in the place where each day skilled craftsmen shape the objects of desire of many travellers, producing iconic models of bags and trunks, or satisfying the extravagant requests of more demanding clients. Which is Louis Vuitton final aim? To protect and transport the things you love. To always make you feel at home. Everywhere you go.