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martedì 17 maggio 2011

Sjaak Hullekes Fall/Winter 2011-12 - Paris Fashion Week

Sjaak Hullekes

Sjaak Hullekes and Sebastiaan Kramer












"Io sono un voyeur, penso che tutti i fotografi siano dei voyeur. Si passa la vita a guardare dentro a un buco della serratura”. Oggi le parole di Helmut Newton riecheggiano come un manifesto di intenti per i blogger, che con macchina fotografica alla mano, serpeggiano tra i backstage delle sfilate alla ricerca dello scatto dell’ultimo modello di grido. Finalmente vivo, vicino, reale. Anche noi facciamo ammenda, perché non siamo esenti da questo virus. Ma c’è chi ha fatto un gioco di prestigio e ha reso tutto più facile, sovrapponendo le due dimensioni, il pubblico e il privato. Stiamo parlando di Sjaak Hullekes, giovane designer olandese, che alla presentazione parigina della sua ultima collezione ha fatto una scelta non convenzionale. “Ho voluto creare una dimensione intima, in cui i modelli possono essere visti mentre si cambiano e indossano i miei abiti, e nello stesso tempo hai l’occasione per poter osservare i tessuti, capire come è fatto veramente un capo. E’ l’interazione che mi interessa”. Solleticare sguardi indiscreti per diventare un fanciullino pascoliano, pienamente partecipe e attivo di ciò che ti sta attorno. “Quando vai per la prima volta a Parigi, sei travolto dal suo fascino, ma quando parti, perdi la sua magia, te ne dimentichi oppure, se sei nato qui, tutto ti sembra normale. Ciò che voglio dire è che vorrei che le persone si focalizzassero più sui particolari, per guardare con occhi nuovi la realtà e quindi anche la moda”.
Questa volta Sjaak Hullekes si affida al ricco repertorio della natura e sceglie polverose nuance dalla texture cipriata, trasparenze e tagli netti firmati dall’inconfondibile colpo di spada del suo logo dorato. All’orizzonte non si vede l’idealizzato e intangibile Tadzio di Thomas Mann ne La Morte a Venezia, ma un uomo la cui bellezza acerba e spontanea è più vicina e tangibile di quanto si possa pensare.

Article: Leonardo Iuffrida
Translation: Alessandro Mancarella
Photos: Leonardo Iuffrida & Alessandro Mancarella

Sjaak Hullekes ha appena aperto il suo primo store ufficiale ad Arnhem,a pochi passi da Amsterdam.
E presto lancerà anche uno store online.

Sjaak Hullekes has just opened his first official store in Arnhem,
near Amsterdam. And he will also launch an online store soon.

Info: www.sjaakhullekes.blogspot.com

“I am a voyeur, I think that every photographer is a voyeur. You spend your lifetime looking through a keyhole”. Nowadays Helmut Newton’s words resonate as a manifesto for bloggers, who creep creep around in the backstage of fashion shows with their cameras to finally shoot the models of the moment face-to-face. This is something we do as well as we have been hit by the same virus. But there is someone able to play a trick on us and to make it even easier, by combining the public and private spheres. We are talking about the young Dutch fashion designer Sjaak Hullekes who made an unconventional choice during the Parisian presentation of his latest collection. “I wanted to create an intimate atmosphere, where you can see models changing and wearing my clothes, and at the same time you can see the fabrics closely and understand how the items are. I’m mostly interested in the interaction”. This is also a way to attract prying eyes with the aim of becoming the fanciullino of Pascoli's poetic, fully part of and present in what we are surrounded by. “When you go to Paris for the first time, you are carried away by its charm, but when you leave you lose its magic and you forget it. It can also appear normal, if you are born in this fascinating city. How amazing it would be if people focus more on details, willing to look at reality with new eyes and the same about fashion too”.
This time Sjaak Hullekes takes inspiration from nature and its rich repertory and he chooses dusty tones, transparencies and sharp cuts, which are signed with the unmistakable sword contained in his gold logo. On the horizon we do not see the idealized and intangible Tadzio, who is a character in Thomas Mann’s Death in Venice, but finally a man whose immature and natural beauty is closer than we might think.






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