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lunedì 30 novembre 2009

HATS!




Armatevi di cappello! Il cilindro e la bombetta sono tornati. Tempi d'oro per Nob...
In uso soprattutto nell'ottocento, il cilindro fu capo imprescindibile quando si usciva di casa, insieme al fedele bastone con il manico in legno pregiato o in pietre preziose, sostituito negli anni venti dal più utile ombrello strettamente arrotolato. Il cilindro fu sempre riconosciuto come simbolo di distinzione e agiatezza, anche quando a portarlo era il semplice cocchiere. In seguito, nei primi anni del novecento, incontrò sempre più successo la bombetta, creata dall'inglese Thomas William Bowler nel 1860, diventando elemento irrinunciabile dell'abbigliamento borghese meno formale. In quegli anni In Italia erano migliaia le imprese produttrici di cappelli in feltro di altissima qualità, che rappresentarono il fiore all'occhiello dell'industria di settore, di cui rimane ancora oggi l'imperitura ditta Borsalino.
Negli anni trenta il cilindro sopravisse esclusivamente per le battute di caccia, con la classica giacca rossa e i pantaloni bianchi alla zuava, ma fu comunque il complemento di una sorta di divisa destinata agli armadi di una strettissima elite tradizionalista. Mentre negli anni quaranta il cilindro e la bombetta tornarono in auge come accessori altamente anticonvenzionali attraverso due grandi icone di stile: Fred Astaire con il suo cilindro in Cieli azzurri e lo stilista Bunny Roger, che con la sua bombetta e i suoi abiti in stile edoardiano sarà fonte di ispirazione per i Teddy Boys.
Oggi Hackett London, Moschino, Diesel, Alexander McQueen, Z Zegna e Ann Demeulemeester ripropongono questi due copricapi in versione contemporanea. E Nob non può che esserne pieneamente soddisfatto, fiero di questo ritorno all'ordine dove non esiste "street", "sport" o "casual". A favore di una idea di rispettabilità, verso noi stessi e gli altri, unita ad una immacolata eleganza senza tempo.


di Leonardo Iuffrida


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