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mercoledì 17 giugno 2009

The B-side of Pitti Uomo










photos by A. emMe

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Nob ha voluto fotografare il lato B dell’uomo che verrà.
Non si sta parlando dei glutei scultorei di aitanti modelli, ma degli eventi serali della settantaseiesima edizione di Pitti Uomo. Mostre, party e incontri che fanno da sottocutaneo tessuto vitale della famosa fiera fiorentina.
Nob ha selezionato l’inaugurazione alle 21.30 della mostra “Abito vs Habitat”e "FFMM", di Flavio Favelli e Muna Mussie. Installazioni di abiti, cappelli e camicie con ricami come ready-made della memoria. Tracce del passato cucite addosso, che rievocano sigle, date, eventi che hanno definito la nostra storia e quella degli artisti. I capi, inseriti in favolistici guardaroba, si aprono così a favore di un “mémorie a-porter”.
Un salvifico succo alla ciliegia, più che gradito dopo la calura della città, rinfresca le menti di Nob. Pronto a correre alle 22.00 in direzione Fiesole, per la festa organizzata dal giornale “Firenze - Made in Tuscany Magazine” in collaborazione con Christian Dior. L’anfiteatro romano si è popolato di 500 persone in visibilio per le sfilate, trasformandosi in uno scenografico palco per il mondo della moda. Il tutto accompagnato da musica e calici di vino rosso.
Abbiamo tastato il lato B di Pitti uomo per voi. Sembra che sia tonico e seducente. Come sempre.

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di Leonardo Iuffrida
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Box:
Abito vs Habitat e FFMM, Flavio Favelli/Muna Mussie
a cura di Alberto Salvadori
17 giugno - 18 luglio 2009
Firenze, Piazza San Pancrazio
dalle 10 alle 17 esclusi domenica e martedì

focus on: JUSTINO ESTEVES

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http://www.justinoesteves.com/
http://www.myspace.com/justinoesteves
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Un physique du role ed un sorriso intrigante che non passano inosservati uniti ad un virtuoso utilizzo della macchina fotografica fanno di Justino Esteves un giovane talento dall’impronta indelebile.
Modello e fotografo dal sangue francese e portoghese vive a Londra da circa tre anni, luogo dove ha avuto inizio il suo fruttuoso sodalizio con il mondo della moda.
Justino Esteves, un allure graffiante che lascerà il segno.
INTERVIEW
-Come ti sei avvicinato al mondo della fotografia e della moda?
-Ho viaggiato in Irlanda per un anno e mezzo, sono tornato a Parigi e ho deciso di fare della fotografia un lavoro. Poi ho incontrato alcuni fotografi di moda che mi hanno dato degli insegnamenti e mi hanno inserito nell’industria.

-Quali sono i tuoi fotografi di riferimento?
-Guy Bourdin e Terry Richardson.

-Qual è il rapporto tra l’obiettivo e il tuo corpo?
-Eheh, giusto un dito ben piazzato e un occhio su una fessura… la mia macchina fotografica è qui per salvare ciò che ho in mente.


-Preferisci essere modello o fotografo?
-Amo entrambi i ruoli, dipende da cosa si tratta. Quando è per amici o per qualcosa che veramente mi piace, essere un modello è come un gioco, ma preferisco essere fotografo quando c'è un riscontro economico... sinceramente penso prima al motivo per cui lo sto facendo.


-Spiegaci la storia dei tuoi tatuaggi e quale significato ha per te questo tipo di decorazione per il corpo.
-Shockerò le persone con questi, ma è tutto contro ogni tipo di religione. Penso che l’uomo crei un proprio dio a causa delle proprie paure. Essere potente equivale ad essere un grande bugiardo e far credere alle persone attorno a te in tutto ciò che dici. Io li ammiro e penso di esserlo anche io, in un certo modo.
Questa non è una forma di decorazione, ma un modo per esprimere te stesso senza perdere tempo. E anche perché è veramente eccitante.

-Qual è la tua definizione di erotismo e che ruolo ha il sesso nella tua vita?
-Non posso definirlo, lo sento spontaneamente. Mi piace giocare con la mia immagine. Mi piace molto vedere le persone come in un gioco. Il sesso è qualcosa che pratico per soddisfare il partner, perché questa non è una mia priorità. Preferisco abbracci e coccole.

-Qual è il servizio fotografico che hai fatto che più rappresenta la tua visione della fotografia e perché?
-Il mio “Auto Editorial” (Flit Mag, ndr). Sapevo come gestirlo e come farlo velocemente. Ho impiegato solo 15 minuti. In modo rapido e conciso.

-Qual è il servizio che ti vede come modello che preferisci?
-Lo stesso di prima.


-Qual è il tuo prossimo step nella fotografia di moda?
-Ho l’opportunità di entrar a far parte di un gruppo come direttore artistico per una delle loro riviste. Ci sto ancora pensando. Non sono ancora in grado di prendere una decisione.

-Come immagini la tua vita tra dieci anni?
-Sarò 35enne, che è un’età in cui si è affascinanti. Con capelli argentati, più muscoli e ancora più tatuaggi. Riguardo la mia carriera, penso che starò ancora facendo fotografia e ciò mi piace.

(Traduzione di A. emMe)


Original text:
-How have you approached photography and fashion world?
-Used to travel in Ireland for a year and half, I got back in paris and decided to do it as my job, then I met fashion photographers who teached me and introduced me in to the industry.

-Which are your reference photographers?
-Guy Bourdin and Terry Richardson

-What is the relationship between the camera and your body?
-Lol, just a finger well placed and an eye is in the hole... my camera is just here to save what I have in mind.

-Do you prefer being a model or a photographer?
-I love both, depending of on what it is for. When it's for friends or for something I really like being a model is a game... but be the photographer when it's for money... I honestly think before why I'm doing it.

-Tell us the story of your tattoos. And what is the meaning of this type of body decoration, in your opinion?
-I’m gonna shock people with them, but it’s all against kind of religion, I really think the man create his own god because of his fear.
Be powered is be an amazing liar and make think people around you in everything that you say. I admire them and think that im a kind of.
This is not a decoration but a way to express yourself without loosing time. And also cause it's hot.

-What is your definition of eroticism and what is the role of sex in your life?
-I cant define it, im naturally into, I like to play with my images, really like to see people in a game, sex then is something that i practice to satisfy my partners, cause this is not my thing, im into hug and cuddles.

-Which is the photo session taken by you that best represents your art vision and why?
-My own auto editorial, I managed it, and knew how to do it, was reallt fast, I did it in 15minutes... fast and clear.
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-Which is the photo session with you as model that you prefer?
-Same one.

-What is your next evolution step in fashion photography?
-I have on opportunity to join a group as art director for one of their magazine... still thinking about it. Cant decide yet.

-How do you imagine yourself in ten years?
-I’ll be 35yo, which is the hotter age with silver hair, more muscled and with more tattoos, for my career, I think that I’ll still do photography and enjoy this.

sabato 6 giugno 2009

MOUSTACHE BOY



Moschino
Orlando Bloom
Brad Pitt
Jude Law
Brandon Flowers

Tom of Finland
Freddie Mercury


Javier Felices


Riccardo Vastola by Marcella Fierro

“La timidezza è imberbe? E baffata è la presunzione?”- Gabriele d’Annunzio

“I baffi sono indispensabili in una fisionomia virile” si legge in I Baffi di Maupassant. E sembra proprio questo il dictat di un nuovo fenomeno di strada che sta coinvolgendo i giovani di tutta Europa. Forse l’input è stato dato da star hollywoodiane del calibro di Orlando Bloom, Brad Pitt e Jude Law, che lo scorso anno si sono foggiati dell’ammaliante accessorio maschile. Oppure dalle passerelle di Dirk Bikkembergs del 2008. Ma sembra essere per lo più un fenomeno nato spontaneamente e autonomamente.
La parola baffo deriva dal termine greco Bafè, tintura, bagnatura. In generale associato al segno che viene lasciato dalle bevande sulle labbra. Mustacchi deriva invece dal termine greco-bizantino mystax, labbro superiore.
Se si cerca il primo uomo con i baffi è un soldato Sciita in un manufatto del 300 a.c. E questo accessorio è rimasto, fino a qualche decade fa, ancora legato alla sfera militare, fino ad arrivare a definirne gradi e titoli. Segno di riconoscimento di grandi capi di stato e dittatori. Basti pensare ad Hitler e Stalin. Da sempre simbolo di vanità, tanto che è praticamente impossibile trovare ritratti di papi e alti prelati con baffi o basette. Magari con pizzetti, mosche, folte barbe, ma non con i semplici mustacchi.
In uso soprattutto nell’ottocento. Di gran moda negli anni trenta a imitazione di grandi attori come Clark Gable, ancora oggi riconosciuto come un mito senza tempo. Insieme al quale vanno ricordati i seducenti baffi sottili di Errol Flynn e Amedeo Nazzari. Per anni celato sogno di milioni di donne che hanno desiderato di essere solleticate dai loro affascinanti baffi. Vi sono anche quelli eccentrici di Dalì. Genio del surrealismo, attualmente celebrato dal mondo della moda e del cinema per i vent'anni dalla sua morte, con flaconi stravaganti, pubblicità e film di prossima uscita. Come Dalì di Simon West, Little Ashes di Paul Morrison e Dalì: The Surrealsit Story con Al Pacino. Artista i cui baffi ad accento circonflesso lasceranno una traccia indelebile nella nostra memoria. Sovversivi invece quelli usati da Duchamp. Negli anni ottanta folti e aggressivi con Freddie Mercury e Tom Selleck. Famosi quelli dei personaggi erotici di Tom Of Finland, celebrato recentemente dalla Taschen con l’uscita del monumentale XXL.
I modelli da seguire ne illustrano le diverse forme e declinazioni. Sexy, retrò, sottili, prepotenti. Sicuramente un accessorio ritenuto insostituibile per Nob. Una splendida cornice per le labbra. Un virile segno di distinzione. Come un dolce letto di petali, pronti ad offrire il sapore delle labbra di un uomo.
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di Leonardo Iuffrida

mercoledì 3 giugno 2009

Men in Skirt





Non c’è giornale o blog che non ne parli. Sta facendo impazzire migliaia di fashion victim. Ha creato un vero caso di moda. E’ la gonna per uomo.
Già negli anni ottanta Jen Paul Gaultier, Yamamoto, Armani e Kenzo proposero il capo noto per essere propriamente femminile per l’uomo, ma senza successo. Nel 2003 una grande mostra al MET di New York celebrava la storia di questo capo al maschile, preparando il terreno per la sua ascesa.
Nel 2009 è visto come segno di libertà, frivolezza, divertimento e comodità. Un vero e proprio must da Comme des Garçons, Thom Browne e John Galliano. Indossato con nonchalance da Marc Jacobs. Trend che non si ferma a questa primavera estate, ma che spopola anche nell’inverno prossimo. Da Number (N)ine, Yamamoto, Jean Paul Gaultier, Alexander McQueen.
Storcere il naso a primo acchito è normale. Ma effettivamente se si osserva il famoso kilt o la gonna dei gladiatori romani, non si pensa affatto ad un capo femminile. Nelle zone dell’Asia e dell’oriente si chiamano Dhoti o Lungi. Comune anche nei paesi africani.
A quanto pare, è ora per l’uomo di abbattere le barriere. Come lo è stato per le donne quando indossarono i pantaloni. Ciò accadrà solo con il passaggio di staffetta dal fashionista all’uomo medio. Una responsabilità onerosa.
Ma l’Italia è davvero pronta per questa rivoluzione culturale? Alle passerelle milanesi di fine giugno e a voi il compito di rispondere.
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